I terrazzamenti, una delle tecniche agricole più antiche e affascinanti, rappresentano una testimonianza vivente dell’ingegnosità umana nell’adattare il paesaggio naturale alle necessità dell’agricoltura.
In Italia, dove le colline e le montagne occupano gran parte del paesaggio, rendendo più difficile l’utilizzo agricolo del suolo, i terrazzamenti non sono solo elementi caratteristici del territorio, ma anche simboli di una lunga storia di interazione tra uomo e natura.
Creati con cura sui pendii, hanno permesso per secoli di coltivare terreni altrimenti inutilizzabili, trasformando le criticità dei territori in opportunità di crescita e produzione.
Tuttavia, nonostante i loro innegabili vantaggi, i terrazzamenti portano anche delle difficoltà, tra cui la manutenzione e la sostenibilità a lungo termine.
Storia ed evoluzione dei terrazzamenti in Italia
La storia dei terrazzamenti in Italia è un capitolo interessante che testimonia l’adattabilità e l’ingegnosità umana nel modellare il paesaggio. Questa pratica agricola antica, caratterizzata dal modellamento delle pendici collinari e montuose per creare superfici pianeggianti, ha profonde radici nel passato. In Italia, i terrazzamenti non sono solo un elemento distintivo del paesaggio tradizionale, ma sono anche un simbolo della cultura materiale e immateriale, che riflette saperi tramandati di generazione in generazione. Questi saperi riguardano non solo la costruzione fisica dei terrazzamenti, ma anche la gestione dell’acqua, la scelta delle colture basata sull’esposizione al sole e ai venti dominanti e la preservazione del terreno dal dilavamento e dalle frane.
L’utilizzo del terrazzamento è una pratica utilizzata in numerosissime civiltà senza che queste possano aver avuto contatti tra di loro: non solo sono diffusi in Europa, in particolare nelle aree mediterranee, ma anche nel Sud-Est Asiatico e in America Latina.
In Italia, i terrazzamenti hanno trovato ampia applicazione non solo in montagna e nelle colline ma anche nelle isole, dove lo spazio limitato e la rugosità del territorio hanno richiesto soluzioni creative. Sono stati tradizionalmente utilizzati per coltivare vite e ulivo, ma anche per colture seminative in comunità più piccole.
La configurazione dei terrazzamenti varia considerevolmente, anche tra aree geograficamente vicine, influenzata da fattori sia sociali, come il sistema di misurazione e l’organizzazione economica, sia fisici, come l’esposizione e il tipo di coltura. Questo porta a diverse modalità di suddivisione, che possono essere orizzontali, seguendo la lunghezza del terrazzamento, o verticali, adattandosi alle pendici naturali del terreno.
Interessanti sono le varie denominazioni locali dei terrazzamenti in Italia. Per esempio, nel basso Lazio, vengono chiamati “macere” a Vallecorsa, mentre a Ponza sono noti come “catene”, dove i muri di contenimento ricevono il nome specifico di “parracine”. Questa diversità terminologica riflette la ricchezza culturale e la varietà di pratiche agricole legate ai terrazzamenti in diverse regioni italiane.
I benefici ambientali ed ecologici dei terrazzamenti
Oltre alla finalità per cui sono nati, ovvero la possibilità di coltivare anche su terreni scoscesi, i terrazzamenti giocano un ruolo chiave nella prevenzione dei rischi idrogeologici, contribuendo alla conservazione del suolo e al controllo dell’erosione.
La loro struttura favorisce l’infiltrazione dell’acqua e riduce la velocità dei deflussi superficiali: in questo modo, si riduce il rischio di scivolamento delle rocce e del suolo lungo i pendii, ovvero di reptazione discendente dei suoli, e di erosione causata dalle precipitazioni. Anche dopo lunghi periodi di abbandono, i terrazzamenti possono continuare a svolgere queste funzioni essenziali, specialmente in specifici contesti geologici e su aree con forti pendenze. Inoltre, offrono un habitat ricco di biodiversità sia vegetale che animale, contribuendo significativamente alla fornitura di servizi ecosistemici.
Oltre a ciò, ci sono anche aspetti legati alla tutela paesaggistica in quanto, nel contesto dell’espansione urbana, la loro presenza rappresenta un’espressione tangibile di storia agricola e culturale, che contribuisce al patrimonio storico e offre spunti per l’agricoltura biologica e biodinamica.
Le livellatrici e la loro utilità per la manutenzione dei terrazzamenti
Nonostante i numerosi benefici, i terrazzamenti presentano anche delle complessità, che vanno affrontate. Uno degli aspetti più rilevanti è la manutenzione: i terrazzamenti richiedono un impegno costante per evitare il degrado. Questo include la riparazione dei muri di contenimento e la gestione della vegetazione per prevenire l’erosione. Inoltre, la meccanizzazione dell’agricoltura può essere più complicata sui terrazzamenti, specialmente in quelli di dimensioni ridotte o con pendenze accentuate.
Un’altra criticità è legata all’abbandono dei terrazzamenti, fenomeno che si verifica quando diventa economicamente non sostenibile coltivarli. Questo abbandono può portare alla perdita di biodiversità e alla degradazione del paesaggio, oltre a incrementare i rischi di frane ed erosione.
È pertanto fondamentale trovare un equilibrio tra la conservazione, la produttività agricola e la sostenibilità economica.
Il livellamento del terreno gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento e nella funzionalità dei terrazzamenti. Tecniche di livellamento precise e moderne sono cruciali per garantire la stabilità strutturale dei terrazzamenti e per facilitare la gestione dell’acqua e dei nutrienti. L’uso di tecnologie avanzate, come le livellatrici laser e il GPS, può aiutare a ottimizzare il livellamento, riducendo il rischio di erosione e migliorando l’efficienza delle operazioni agricole sui terrazzamenti.
È importante sottolineare che esistono anche livellatrici di dimensioni più contenute, ideali per i terrazzamenti di dimensioni più ridotte. Queste macchine più compatte e maneggevoli sono particolarmente utili in terrazzamenti di dimensioni limitate o in situazioni in cui lo spazio di manovra è ristretto. Offrono una soluzione efficace per il livellamento del terreno, mantenendo la precisione necessaria per garantire la stabilità strutturale e la gestione ottimale dell’acqua e dei nutrienti, pur essendo più adatte alle peculiarità di spazi ristretti e meno accessibili.